AFLS Olivone

@ALESSANDRO CRINARI
@ALBERTO FLAMMER
@ALBERTO FLAMMER
© ALBERTO FLAMMER
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© ENRICO SASSI ARCHITETTO
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AFLS Olivone

Progetto 2005 – 2007   Fotografie Alberto Flammer, Alessandro Crinari

Scheda tecnica

Committente: Fondazione Alpina per le Scienze della Vita Architetto: Enrico Sassi, Stefano Tibiletti Direzione lavori: Matteo Devittor Collaboratori: Davide Gatti   Ingegnere civile: Renzo Prati Pre-dimensionamento legno: Martin Hügli Costruzione in legno: Xilema Verifiche statiche legno: Andrea Bernasconi Ingegnere elettrotecnico: Ulisse Cappelli Ingegnere RCVS: Fabrizio Zocchetti Impresa costruzioni: Edgardo Bianchi

Pubblicazioni

Programma: l’edifico accoglie la sede dell’AFLS – Alpine Foundation for Life Sciences (Fondazione Alpina per le Scienze della Vita), al primo piano ospita laboratori per analisi scientifiche (tossicologico e bioanalitico); il piano terreno contiene un laboratorio con finalità didattiche e la segreteria dell’AFLS. L’accesso al primo piano – per motivi di sicurezza – è sorvegliato e condizionato; il piano terreno è di natura più pubblica.

Situazione: sul lotto erano già presenti tre caserme, nelle quali attualmente si svolgono attività ricreative (Campus Gioventù + Sport Ticino). L’edificio si inserisce nel complesso accostandosi al confine ovest. Confermando l’orientamento dei manufatti preesistenti, si propone come nuovo fulcro e definisce precisamente la forma dello spazio libero tra le ex-caserme.

Materiali: l’edificio è interamente realizzato in legno e vuole esprimere il concetto di unità del materiale tra struttura e rivestimento. La struttura è composta da tre travi in carpenteria di legno lamellare di abete con finitura levigata, impregnato a pressione (colore verde con velatura marrone). Il rivestimento è in doghe di abete con finitura grezza (da segheria), impregnato a pressione (colore marrone). Dietro il rivestimento in legno le pareti est/ovest sono interamente vetrate. I pavimenti sono in betoncino lisciato e verniciato di grigio. Le pareti interne e i soffitti sono in abete naturale rifinito con una mano di velatura bianca.

Architettura: il progetto vuole rispondere a tre temi: ricercare un dialogo qualificante con il contesto; esprimere l’elevato grado di tecnologia implicita nel programma (laboratorio); indagare l’essenza di un’architettura alpina, tecnica e contemporanea.

Il manufatto è un prisma di 1270 m3 (14,50 x 12 x 7,30 h). È composto di tre travi in legno dalle proporzioni di 1 a 2, che esprimono il concetto di facciata strutturale. Le travi sono appoggiate su piastrini che sollevano la struttura dal suolo. Il volume dell’edificio è sospeso alle travi. Gli alzati sono di due tipi: ciechi o semi-trasparenti.

L’edificio è provvisto di due entrate indipendenti: una per il laboratorio di tossicologia al primo piano (lato nord), l’altra per il laboratorio didattico e la segreteria AFLS (lato sud). Le entrate sono collocate sulle facciate cieche, la ventilazione e l’illuminazione naturale avvengono attraverso le facciate strutturali, semi-trasparenti. Le pareti est/ovest (strutturali) sono costituite da travi in legno lamellare alte due piani dietro le quali si sviluppa un piano verticale interamente vetrato. Le travi sono parzialmente tamponate con doghe in abete, il rapporto tra pieno e vuoto delle facciate strutturali è del 50%. Gli alzati nord e sud – privi di finestre – sono pareti di tamponamento e organizzano gli accessi all’edificio; quando le porte sono chiuse, le due facciate appaiono come piani continui, vagamente enigmatici, ritmati dalle teste delle travi.